Gaiezza spensierata

E' lo stato ed il sentimento, ad un tempo, che, di taluni - forse troppi - io mi ritrovo, non di rado, a pensare intrattenere le di loro giornate.

Esiste, sull'estesa superificie del nostro terracqueo globo, una messe di individui che, a me sembrano, pensare di se' stessi come coloro che, illuminati dal nume divino, siano stati posti a guardia e controllo di chi, inferiore per possanza e mortale di nascita, e', e sempre sara', destinato a sbagliare, non comprendere, e fallire nel tentativo.


Questi esseri superiori, demiurghi che hanno lasciato le loro aere sedi, per prodigo amore nei confronti altrui o per devozione ed obbedienza al potere e alla volonta' del loro nume, guidano; laddove, ogni volta un errore prende forma, correggono; emettono sentenze giudiziali.

Esseri perfetti mossi da un benevolo senso di prodigalita' verso il prossimo oppure coscienziosi sudditi di un sovrano di infinita' potenza e bonta?

Oppure illusi, matti persi; matti e persi nella propria illusione credono se' stessi guide insostituibili dell'umana fallacia.

Forse e' da questa convinzione che la loro gaiezza spensierata prende origine e forma ...

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