Donne da bar

Provo a rasserenarmi ripensando al bar di stamattina...

Piccolo, non troppo luminoso. I prodotti erano mal esposti per la mancanza di spazio: tutti gli uni affiancati agli altri.
Ma non c'era disordine, in qualche modo tutto aveva una sua armonia ed io passando avevo notato dei dolci in vetrina.
''Specialita' siciliane'' riportava una insegna sull'ingresso, ma qualcosa che avevo notato in precedenza faceva a cazzotti con quest'ultima scoperta.

Sono entrato ed ho ordinato un caffe'. Ero depresso e scoraggiato, dopo tre mesi ero riuscito finalmente a trovare un lavoro ma qualcosa non mi convincenva ancora nel contratto.
Avevo iniziato a guardare le due donne che armeggiavano con le tazzine ed i cucchiaini da caffe dietro l'asse del bar. Erano due senegalesi. La pelle color dell'ebano, bellissime e dallo sguardo fiero, come mi e' sempre capitato di notare in tutte le donne nere africane.
La piu' giovane, credo, mi ha servito e non capiva l'italiano: io almeno ''water'' riesco a pronunciarlo in inglese. E il mio grazie e' stato un sorriso; cosi come il suo prego.

Il caffe' era come quello di un qualsiasi bar di roma tenuto da romani bianchi - io poi sono napoletano...
Ma quelle due donne, la loro pelle, il loro sorriso pulito, sincero, i loro grandi occhi rotondi e neri, mi hanno ammaliato. Stravolto.
Sono uscito dal bar con due idee nella testa: una era quella di ritornarci nei giorni che verranno.
L'altra era che la depressione aveva lasciato il posto ad un vago senso di leggerezza e benessere.

Prima e dopo della cura

L'ammetto!
Ascolto musica di 30 anni fa - quello che sto facendo in questo preciso momento - per di più canzoncine da 2 soldi: sigle dei cartoni animati.
Sono una scheggia a pensare soluzioni per il mio lavoro: riesco a tradurre in immagini il problema e la soluzione viene da se. Quando non ci riesco, beh la soluzione non la trovo! Semplicemente.
Sono un bradipo su altre questioni; per lo piu' quando una cosa non mi interessa divento un ebete cerebroleso e l'arabo che mi sta di fronte può continuare a pontificare fino a sera tarda: il mio cervello é nero come uno schermo cinematografico alla fine della proiezione.
Ma io lo so, é mia responsabilità, anzi una mia scelta. Libertà. Chiamatela come volete.

Ci sono dei fatti, degli avvenimenti, che per quanto mi sforzi di interessarmi a comprenderli, non ci riesco. Anzi quanto più mi sforzo tanto più mi risultano incomprensibili assurdi.
Anzi senza senso!

Uno di questi e' l'iraq.
Prima, c'erano i prigionieri arrestati per futili se non inesistenti motivi: la guardia repubblicana di saddam, si sa, era composta da persone inumane. Spietate!
Oggi: ci sono uomini arrestati, senza motivo il piu' delle volte.

Prima, gli uomini venivano torturati, mutilati e a volte uccisi per ''torti'' portati alla persona di saddam: ma il dittatore, anche cio' e' noto, era pazzo.
Oggi: ci sono uomini torturati, mutilati e a volte uccisi per... il motivo a volte non e' reso noto.

Prima, la popolazione soffriva la fame, le malattie ed una condizione di vita in generale da paese sotto embargo: ma si sa saddam era un dittatore da isolare da tutto il resto del mondo.
Oggi: la popolazione soffre la fame, le malattie e la mancanza di lavoro. Certo ci si puo' sempre arruolare nella polizia locale e correre il rischio di farsi maciullare da qualche bomba.

Prima, non c'erano attentati. Per strada intendo: saddam avocava a se la prerogativa di decidere il se, il dove, il quando; e a quanto pare questo tipo di attivita' non gli interessavano molto.
Oggi: la democrazia hai esteso questo diritto a chiunque. Il primo attentatore in erba che voglia esercitare il diritto democratico, si puo' lasciare tranquillamente esplodere.

Prima, c'era il pazzo saddam.
Oggi: kharzai - si scrive cosi?

Mi spiegate la differenza?
Mi potete anche convincere che e' una differenza positiva?

Ah! mi spiegate anche perche' non ci indigniamo davanti a questo massacro di uomini, donne e bambini...
In nome della liberta dei molti?

Sono esseri umani; no bozze mal riuscite da distruggere!

Accadimenti

Ma devono tutti, farlo necessariamente insieme?
Questa é la domanda che mi pongo!

Avrei voluto scrivere qualcosa di molto poetico: poche ore fa ho scoperto di appartenere ad una razza, ma forse stirpe, di poeti. L'ottanta per cento degli italiani a quanto pare é dedito alla creazione di poesie...

Io faccio parte del restante venti per cento: sempre contro corrente io!

Sono stanco, di una stanchezza abbissale da non reggere nemmeno gli occhi aperti; e scrivo pestando i tasti più o meno a memoria. Saranno serviti venti anni di tempo perso appresso ad uno schermo piatto e centosette tasti messi nell'ordine più assurdo...

Divago e non mi va'; il motivo per cui scrivo queste poche righe é per ringraziare i miei amici che, mentre gli accadimenti prendevano forma ed evoluzione, sono stati molto carini con me. E la cosa mi ha fatto estremamente piacere.

Grazie