Lavoro

E' da un anno e due giorni che, dopo aver perso dall'oggi al domani - o quasi, m'hanno dato 14 giorni di preavviso, e questo solo perché io ero andato a chiedere al riguardo, dicevo, il lavoro; dopo
aver cercato e non trovato per pieni ed intensi tre mesi...

Insomma sono 367 giorni che ho ripreso ad essere un cittadino impiegato. Mi pagano anche molto bene, sicuramente meglio di prima; e soprattutto lavoro per un solo profilo: il programmatore.
Prima facevo il programmatore, il sistemista, quando mi capitava anche l'hardwareista in erba.
Ma mi divertivo. Tanto.

In questi ultimi 367 giorni: una tristezza! La mia vita! Non faccio l'hardwareista in erba; non faccio il sistemista. Ma non faccio manco il programmatore! Non faccio nulla! Solo di tanto in tanto il fracchia vessato dai colleghi o se vuoi dal sistema, così fortemente gerarchizzato , dell'azienda dove lavoro che tanta cura ed attenzione alla forma pone ma che di contenuto non sa nulla.
Forse sarò paranoico, un po'; forse un po' tanto, ma appena provo a fare qualcosa di, non voglio usare parole giganti come creativo, diverso rispetto a quello che esiste: un programma un tantino degno di una tale etichetta! Beh l'idea viene stroncata sul nascere.

E' l'assurdità di tutta questa storia é che vengo pagato bene! Così bene che é un anno che provo a cambiare lavoro, ma tutti quelli che mi hanno fatto delle proposte si sono dileguati quando hanno saputo la mia attuale retribuzione!

Pare che in italia debba essere soddisfatta una legge di conservazione: di quelle tanto care ai fisici teorici; di quelle che determinano peculiarità nell'universo; di quelle che formano gli equilibri delle parti di un sistema. La quantità conservata é la castrazione.

O lavori bene, fai ciò che hai sempre sognato fare ma ti pagano una miseria che sei costretto a rubare nei supermercati negli ultimi giorni del mese perché sei a corto di soldi; oppure non hai problemi economici ma: la mattina entri alle 9.00 in ufficio ed alle 10.15 guardi già l'orologio per vedere quando arriva l'ora di pranzo!

In un modo o nell'altro ti senti comunque castrato!

Tempo perso

E' questa la sensazione che provo; a volte.
Quando ascolto una musica; quando guardo un film; un anime
che mi fanno ricordare di quando ero piccolo.
Ma forse la sensazione giusta, o il sentimento - dovrei dire, é il rammarico: non di aver perso tempo. Di aver vissuto nel modo sbagliato - di non aver vissuto affatto - quegli anni.

Il tempo perso deriva da questo difetto; ed il rammarico é per il torto fatto sia al me di quegli anni sia al me dell'oggi. Per il primo non posso farci oramai più nulla, immagino.

Per l'oggi io ci provo, almeno a me così pare, ma parimenti la sensazione di non arrivare a capo di nulla mi accompagna: oscillando tra il rimpianto ed il rammarico per il passato ed un senso di incapacità - qualcuno lo potrebbe chiamare castrazione, suppongo - nel poter risolvere diversamente l'oggi; trovare una via che mi stia a pelle.

Cercare per trovare e fallire nel tentativo é, per dirla in una forma esotica che mitighi o ancor più celi la tristezza della verità che essa svela, an energy-consuming activity. Così ritorno, a corto di energie e di fantasia, a rivisitare ( morbosamente?) quel medesimo passato che mi avevo spinto a cercare altrove.

Sembra una strada senza uscita o forse una che si richiude su sé stessa: scriverne mi permette di recuperare parte delle energie. Ricaricarmi.

E ricominciare nel tentativo....

Sconforto e Scoramento

Mi accingo a scrivere di cose tristi e deprimenti solo dopo aver dato annuncio dovuto: l'aveo promesso ieri ad una mia amica.

Erano le ventidue ed ella avea deciso di farsi una sigaretta - farsi nel senso di assemblarla dato che acquista tabacco sfuso, cartine, filtri e quant'altro necessiti all'uopo. Contestualmente avea espresso la propria idea ad alta voce rendendo noto a tutto il gruppo di amici le proprie scelte per l'immediato futuro.
Io le avevo suggerito di affigere un news su qualche e-news group di quelli storici - chesso' alt.binaries ad es.- Lei mi era sembrata concorde riguardo la proposta ed io mi ero infine risolto per un'altra e più divertente - divertente dal mio punto di vista si intende - soluzione: "Ti scrivo un post sul mio blog!"

Ed ecco! Alessia ier sera, intorno alle ventidue, ha deciso

"No! Ora mi devo fare una sigaretta!"

Ed ora dovrei scrivere delle cose tristi e deprimenti; ma in vero alessia e la sua voglia di annunciare al mondo le proprie idee mi hanno fornito rinnovato vigore ed energia

Grazie

Idee riguardo l'uomo

Oggi, dopo aver scritto la prima parte di questo post ho lasciato vagolare i miei pensieri intorno ad argomenti vari ma legati tra loro: la follia, la malattia, la guerra, gli uomini, le macchine, i bambini, la mia adolescenza....

Ho pensato alla II guerra mondiale e mi sono reso conto ad un certo punto che di guerre ce ne sono state due: quella fatta dagli eserciti, convinti di difendere la propria patria dal nemico, chiunque esso fosse e poi quella dei massacri. Massacri dei bambini, delle donne, dei vecchi, di chi resisteva.

Un'improvvisa ed immane interruzione - assenza - di umanità nella specie degli uomini; come se gli uomini avessero iniziato una partita di scacchi in cui le pedine erano loro stessi e non esisteva più distinzione tra cose animali ed esseri umani: tutti al massacro, allo stesso macello.
Ma a guardare, pare che la II guerra mondiale, ancora prima che necessaria, sembrava non evitabile: con un folle dittatore al comando di altrettanti folli gerarchi che facendo leva sull'ignoranza e delusione delle masse era riuscito a prendere, prima e controllare poi il potere.
Come fermare costoro, come arrestare la loro calata sulle nazioni della vecchia europa...
Non mi do una risposta, per altro la storia politica della II guerra mondiale é così complessa, ma spesso pensa a quanto sia ingiusta, non so, se dire la nostra società o forse la Storia o forse la natura dei nostri rapporti di esseri umani che quasi sempre ci costringono a soccombere per causa di chi, pochi o comunque forse non tanti, pensando di essere più furbo gioca in maniera scorretta. Si può solo resistere: resistere e provare a vivere nonostante...
Ma nella II guerra mondiale non ci fù semplicemente qualche furbo e scorretto uomo che provò a gabbare gli altri. A me volte sembra che alcuni uomini folli siano riusciti a sopravvenire la resistenza di una buona parte dell'umanità che così si é lasciata trascinare anch'essa in un'aspirale di furia e di follia.

Credo che la domanda giusta da porsi, da porsi per evitare che possa ripetersi qualcosa del genere, sia: perché una parte di esseri umani si é fatta sopravvenire dalla violenza folle ed omicida di quell'altra parte.
Perché gli esseri umani non hanno resistito alla follia ed alla violenza e si sono lasciati invece trascinare?

Grave for fireflies

Depresso quasi come non mai, mi sono immerso in una lunga sessione cinematografica; ma ho scelto di guardare anime e non film.
E' una passione fiorita, o forse rinata, da poco, pochi mesi. E mi son visto una tombra per le lucciole - Hotaru no haka é il titolo jappa. Forse avevo raggiunto il fondo e non riuscivo nemmeno più a raschiarlo; non avevo troppe emozioni da spendere, solo la mia depressione e quindi questo mi ha salvato. Mi ha salvato da una tristezza infinita in cui sarei caduto se avessi visto il film in altro momento.

La storia é ispirata ad una novella autobiografica di tale Akiyuki Nosaka il quale perse, a causa della mal nutrizione, la propria sorellina al tempo della seconda guerra mondiale. Nell'anime i protagonisti, invece, muoiono entrambi: ma si sa' i giapponesi son quelli dei piloti kamikaze e dell'onore da salvare a tutti i costi...
Due elementi nel film, credo, concorrono da un lato a rendere comunque lieve ed avvincente il racconto, dall'altro ancor più triste e commovente il finale. Finale che per altro si conosce in partenza: dalla prima scena e dalla prima battuta del protagonista; moribondo in un locale della stazione dei treni di una città qualsiasi del giappone.

La leggerezza dei due ragazzini, la loro fiducia senza limiti nel proprio futuro; ciò che forse rende meno sofferta e pesante la situazione di povertà che sin da subito li travolge e che man mano sconfina nell'indigenza completa ed assoluta.

L'altro elemento é il profondissimo affetto che lega entrambi i fratelli che evita loro di trasformarsi in egoisti e violenti, e nei confronti l'uno dell'altro e nei confronti degli estranei, degli altri, finanche quando la situazione precipita e loro non hanno più nulla: né cibo, né vestiti, né soldi.


Hotaru no haka, la depressione non me la fatta passare; nemmeno l'ha attenuata... Ma é un bel film. Leggero e delicato ed insieme triste