Che io abbia in gran interesse i cartoni animati giapponesi, quelli dei cosidetti "mostri robot"; cosidetti ai tempi della mia fanciullezza negli anni '70; adesso..., non saprei.
Beh, cio' e' noto.
L'ho scritto, l'ho scritto nei post di questo blog , l'ho scritto nel mio profilo, ancora su questo blog.
Che questo gran interesse, in cui, io, tengo i cartoni giapponesi, sia vago indice di, se non proprio una tendenza alla depressione, sicuramente alla melanconia ed anche, forse, al rifiuto di abbandonare l'incanto e lo stupore dell'ingenuita' infantile...
Beh, forse questo potrebbe non essere immediatamente evidente alla mente poco avvezza all'analisi; forse una vaga intuizione di una dissonanza, una disarmonia potrebbe tuttavia farsi strada, da subito, anche in essa...
E verrei etichettato
sic et simpliciter come uno stupido, un uomo cresciuto ed ancora bambino!
Ma che possa, io, oggi! Non venti o venticinque anni fa, restare colpito, stravolto, ci giro intorno e indugio, per vergogna, ad utilizzare il verbo esatto e che lascero' nel universo fantastico delle parole non dette, a solleticare la fantasia di chi voglia...
Colpito da una donna (ragazzina) di uno di quei cartoni giapponesi...
Mi rende ancora piu' incantato, stupito, smarrito, perso...
Andro' a letto, a dormire...
E questo pensiero, come ninna nanna a cullarmi, sara' la mia cetra di orfeo.
Fuori il mondo continua a massacrarsi
Fuori il mondo continua a non comprendere
A non comprendere l'inutilita' di farsi male da solo
Nella vanagloriosa presunzione
L'idea di chi pensa di essere migliore di chi