Su i rischi di una mente poco fine


In questo momento desidero solo aggiungere che sono vivamente rammaricato per le reazioni suscitate da un breve passo del mio discorso nell’Università di Regensburg, ritenuto offensivo per la sensibilità dei credenti musulmani, mentre si trattava di una citazione di un testo medioevale, che non esprime in nessun modo il mio pensiero personale.

Avrei potuto dire di aver voluto dare fiducia a queste parole, ma avevo già letto l'antefatto cui esse si riferivano...
E proprio alcune cose non le capivo e continuo a non capirle: forse avrò una mente poco raziocinante ed un cervello irragionevole ma


Nel settimo colloquio (διάλεξις – controversia) edito dal prof. Khoury, l'imperatore tocca il tema della jihād (guerra santa) [...]: "Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava". L'imperatore spiega poi minuziosamente le ragioni per cui la diffusione della fede mediante la violenza è cosa irragionevole. La violenza è in contrasto con la natura di Dio e la natura dell'anima. "Dio non si compiace del sangue; non agire secondo ragione (σὺν λόγω) è contrario alla natura di Dio.[...] Chi quindi vuole condurre qualcuno alla fede ha bisogno della capacità di parlare bene e di ragionare correttamente, non invece della violenza e della minaccia… [...]".


L'affermazione decisiva in questa argomentazione contro la conversione mediante la violenza è: non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio. L'editore, Theodore Khoury, commenta: per l'imperatore, come bizantino cresciuto nella filosofia greca, quest'affermazione è evidente. Per la dottrina musulmana, invece, Dio è assolutamente trascendente. La sua volontà non è legata a nessuna delle nostre categorie, fosse anche quella della ragionevolezza. In questo contesto Khoury cita un'opera del noto islamista francese R. Arnaldez, il quale rileva che Ibn Hazn si spinge fino a dichiarare che Dio non sarebbe legato neanche dalla sua stessa parola e che niente lo obbligherebbe a rivelare a noi la verità. Se fosse sua volontà, l'uomo dovrebbe praticare anche l'idolatria.


Qui si apre, nella comprensione di Dio e quindi nella realizzazione concreta della religione, un dilemma che oggi ci sfida in modo molto diretto. La convinzione che agire contro la ragione sia in contraddizione con la natura di Dio, è soltanto un pensiero greco o vale sempre e per se stesso? Io penso che in questo punto si manifesti la profonda concordanza tra ciò che è greco nel senso migliore e ciò che è fede in Dio sul fondamento della Bibbia. Modificando il primo versetto del Libro della Genesi, Giovanni ha iniziato il prologo del suo Vangelo con le parole: "In principio era il λόγος". È questa proprio la stessa parola che usa l'imperatore: Dio agisce con logos. Logos significa insieme ragione e parola – una ragione che è creatrice e capace di comunicarsi ma, appunto, come ragione. Giovanni con ciò ci ha donato la parola conclusiva sul concetto biblico di Dio, la parola in cui tutte le vie spesso faticose e tortuose della fede biblica raggiungono la loro meta, trovano la loro sintesi. In principio era il logos, e il logos è Dio, ci dice l'evangelista. L'incontro tra il messaggio biblico e il pensiero greco non era un semplice caso.

ed ancora

[...]Il qui accennato vicendevole avvicinamento interiore, che si è avuto tra la fede biblica e l'interrogarsi sul piano filosofico del pensiero greco, è un dato di importanza decisiva non solo dal punto di vista della storia delle religioni, ma anche da quello della storia universale [...]; non è sorprendente che il cristianesimo, nonostante la sua origine e qualche suo sviluppo importante nell'Oriente, abbia infine trovato la sua impronta storicamente decisiva in Europa. Possiamo esprimerlo anche inversamente: questo incontro, al quale si aggiunge successivamente ancora il patrimonio di Roma, ha creato l'Europa e rimane il fondamento di ciò che, con ragione, si può chiamare Europa.



Cerco di capire: il nostro riporta un fatto storico ed il pensiero di un tizio morto un migliaio di anni fa circa, che per altro dice di non fare proprio; successivamente riporta il commento di un editore che ha curato una stesura in tempi successivi del racconto di quel fatto storico e di quel pensiero; infine sulla scorta di quel pensiero e di quei commenti si inoltra nel labirinto delle proprie considerazioni ed argomentazioni: voglio credere che almeno quelle siano sue.


Cerco di approfondire: il tizio morto un migliaio di anni fa sostiene illazioni sulla crudeltà, disumanità e cattiveria di maometto; l'editore, che cura il commento, argomenta ciò che a suo avviso emerge in maniera evidente e fondamentale dal discorso: la centralità dell'agire secondo ragione se si vuole seguire la natura di dio. L'editore imposta la sua argomentazione intorno a tre punti cruciali, il logos greco era ragione, la religione cattolica mutua dalla cultura greca quanto di positivo ed etico era, il dio musulmano é altro da ciò e quindi l'anarchia ed il caos della ragione albergano in lui. Fino a rendere possibili la falsità e peggio ancora l'inconoscibilità dei suoi disegni: un dio oscuro, misterioso e capriccioso. Infine il nostro, ben lungi dal fare considerazioni esplicite riguardo la cultura orientale e la religione musulmana, si pone tuttavia una semplice domanda: l'agire secondo ragione é una caratteristica del solo pensiero greco? Sembra raggiungere una conclusione affermativa e definitiva.... E giocando sul contrasto aggiunge, quasi come per inciso, una proria considerazione sulle radici cattoliche e greche dell'Europa: "non é pura casualità"

Mi sorge una domanda: ma sarà che qualcuno si sia irritato non tanto dall'essere stato accusato di essere il discendente di un cattivo e disumano profeta, ma piuttosto di appartenere ad una schiatta di insani, irragionevoli e pazzi che hanno nel loro stesso dio la matrice della propria insanità?

Ma io ho una mente poco fine e non ho il dono dei greci, il mio nome ricorda alla mente il principe di un'isola che era florida nei tempi in cui ancora i greci non avevano gettato i semi per lo sviluppo della cultura cattolica prima e della civiltà occidentale poi.

2 comments:

Anonymous said...

Ciccio nessuno risponde a questo post.
Nemmeno io ce la faccio a leggerlo tutto e a scrivere qualcosa.
Non mi ha fatto nemmeno ridere.
Puoi pubblicare qualcosa al tuo solito livello??

Grazie!

Anonymous said...

Commento per un post......